Carenza di vitamina D: sintomi e cause

Carenza di vitamina D: sintomi e cause

La carenza di vitamina D rappresenta una problematica clinica di rilevante importanza, implicata in diverse patologie scheletriche e non. La vitamina D è un liposolubile essenziale per il mantenimento dell'omeostasi del calcio e del fosforo, fondamentali per la salute ossea. È sintetizzata nella pelle per azione dei raggi ultravioletti e può essere assunta anche attraverso l'alimentazione.

La carenza di questa vitamina si verifica quando i livelli ematici di 25(OH)D, il principale indicatore del suo stato, scendono al di sotto di una soglia considerata ottimale per la salute. Diverse linee guida internazionali identificano come carenza valori inferiori a 20 ng/mL (50 nmol/L), mentre si parla di insufficienza per valori tra 20 e 30 ng/mL.

Sintomi

La vitamina D è essenziale per il corpo umano, soprattutto per il mantenimento della salute delle ossa e per il sistema immunitario. La carenza di questa vitamina può portare a una serie di sintomi e condizioni, che possono variare in gravità. Ecco alcuni dei sintomi più comuni associati alla carenza di vitamina D:

  • debolezza ossea e dolori muscolari, in quanto questo principio attivo è cruciale per l'assorbimento del calcio. Una sua carenza può portare a una mineralizzazione ossea insufficiente, causando dolori ossei e muscolari, e nel lungo termine può contribuire allo sviluppo di osteoporosi;
  • stanchezza e affaticamento, che se ci possono essere molte cause di stanchezza, una carenza di vitamina D è stata associata a un aumento della sensazione di affaticamento che non migliora nemmeno con il riposo adeguato; 
  • problemi di umore, livelli inadeguati di questa vitamina possono essere collegati a un rischio aumentato di depressione; 
  • difese immunitarie basse, dal momento che tra i sintomi della carenza di vitamina D c’è anche l’aumento del rischio di infezioni e malattie, in particolare quelle respiratorie; 
  • ritardo nella guarigione delle ferite
  • caduta dei capelli, anche se spesso può essere favorita da stress o a fattori genetici; 
  • spossatezza muscolare, in particolare negli anziani.

 I sintomi della carenza di vitamina D possono presentarsi in maniera più o meno severa a seconda di svariati fattori tra cui l’età, le condizioni generali di salute della persona e lo stile di vita che conduce. 

Cause

Le cause della carenza di vitamina D possono essere ricercate in svariati fattori, dal momento che può essere il nostro corpo a produrla quando la pelle viene esposta al sole. È anche presente in alcuni alimenti e disponibile come integratore. Tuttavia, nonostante la sua disponibilità, la carenza di vitamina D è comune in molte parti del mondo e può essere favorita da: 

  • esposizione insufficiente alla luce solare insufficiente, è la causa più comune di carenza di vitamina D soprattutto nelle persone che vivono in latitudini settentrionali o meridionali, dove la luce solare è meno intensa durante i mesi invernali, o coloro che trascorrono molto tempo al chiuso, sono a rischio di carenza;
  • ridotto assorbimento, il malassorbimento può impedire al corpo di utilizzare la vitamina D assunta con la dieta; 
  • metabolismo anomalo, causato da difetti di sintesi o patologie croniche renali. Anche la disfunzione epatica può interferire con la produzione di metaboliti attivi della vitamina D; 
  • l’uso di farmaci specifici può aumentare la necessità di integrazione della vitamina D. 

Tra gli elementi che possono favorire la carenza di vitamina D c’è anche l’età: infatti le persone più anziane sono spesso presentano carenze nutrizionali e non sono sufficientemente esposti alla luce solare. Inoltre, riserve inadeguate di vitamina D sono frequenti tra coloro che trascorrono molto tempo in casa, tra cui i soggetti ospedalizzati o con altre problematiche, anche passeggere. 

Bisogna poi considerare le cause della carenza di vitamina D nei bambini, una condizione che può essere il risultato di un disturbo dell’alimentazione o dello sviluppo osseo. Nei più piccoli una quantità non adeguata di vitamina D può essere data da un'insufficiente esposizione ai raggi solari o un’alimentazione insufficiente o inadeguata cioè che non comprende cibo come, ad esempio, il pesce grasso e il tuorlo dell’uomo. 

Infine, nei neonati, bisogna considerare che sebbene l'allattamento al seno sia l'opzione raccomandata nei primi mesi di vita, il latte materno contiene livelli relativamente bassi di vitamina D. Senza un'integrazione adeguata, i lattanti esclusivamente allattati al seno possono sviluppare carenza di vitamina D, specialmente se la madre è carente.

Uso integratori vitamina D

L'uso di integratori di vitamina D è diventato una pratica comune nella gestione della carenza di questo elemento, soprattutto perché s i tratta di una condizione che può influenzare negativamente la salute delle ossa, il sistema immunitario, e altre funzioni biologiche. 

Gli integratori di vitamina D sono disponibili in diversi formati, inclusi preparati orali come capsule, compresse, gocce liquide, e iniezioni intramuscolari. Di seguito, viene presentato un approfondimento sull'uso clinico degli integratori di vitamina D.

Ma quando assumere gli integratori di vitamina D? Le circostanze possono essere svariate e spaziano dalla carenza dimostrata e diagnosticata attraverso esami del sangue, alla prevenzione di questa problematica, in particolar modo nei soggetti a rischio o con familiarità di osteoporosi. 

Il dosaggio degli integratori di vitamina D può variare significativamente a seconda dell'età, del peso corporeo, del grado di carenza, e della presenza di condizioni specifiche. Le linee guida generali suggeriscono:

  • Neonati (0-12 mesi): 400-800 IU/giorno.
  • Bambini (1-18 anni): 600-1.000 IU/giorno.
  • Adulti: 1.500-2.000 IU/giorno.
  • Anziani o individui a rischio: fino a 2.000 IU/giorno o più, basati sulla valutazione medica.

L'assunzione di integratori di vitamina D dovrebbe essere sempre personalizzata e monitorata da un professionista sanitario. È importante considerare:

  • frequenza di assunzione, giornaliera, settimanale o mensile, in base alla preferenza del paziente e alle raccomandazioni mediche; 
  • assorbimento, dal momento che gli integratori di vitamina D presentano un principio attivo liposolubile, l'assunzione con cibi contenenti grassi può migliorare la sua biodisponibilità; 
  • monitoraggio dei livelli nel sangue, per prevenire la tossicità da vitamina D, specialmente in caso di dosaggi elevati o di assunzione prolungata.

Gli integratori di vitamina D sono uno strumento terapeutico per prevenire e trattare questa condizione e le condizioni associate. Tuttavia, la loro efficacia e sicurezza dipendono da un uso appropriato, monitorato da professionisti sanitari, per garantire che soddisfino le esigenze individuali senza causare effetti avversi.

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